Se Giovanni Ardizzone, nonostante 16 franchi tiratori, si è potuto sedere sullo scranno più alto di Sala d’Ercole, nel Partito democratico si leccano le ferite per le divisioni che si sono palesate nel segreto dell’urna.
Divisioni a cui non sarebbero estranee le manovre per trasformare in soggetto politico, il movimento che si è creato intorno alla «Lista Crocetta».
Una piaga su cui non esita a mettere il dito il segretario regionale del Cantiere popolare, Rudy Maira, che ha definito «deprecabile il ritorno dei franchi tiratori che agiscono non in maniera palese e dichiarata, ma loscamente».
Alle insinuazioni di Maira ha replicato Giovanni Panepinto, che non ha esitato a mettere a nudo, anche i malumori che attraversano il suo partito, il Pd.
«Viene quasi da sorridere – ha dichiarato Panepinto, riferendosi a Maira – c’è chi ha esperienze trentennali di franchi tiratori al proprio interno e adesso pensa di venire a fare la morale al Pd. Sono certo che il gruppo del Partito democratico in questa legislatura darà il suo supporto leale e coerente al governo e al programma del presidente Crocetta che è stato fortemente voluto e sostenuto dal Pd».
E, poi, rivolto al suo partito: «Allo stesso tempo ribadisco che il Pd è uno solo e che il dibattito interno continuerà ad essere franco come sempre e, comunque, incentrato sull’interesse comune del partito e della coalizione della quale siamo il riferimento principale, nonostante qualche dirigente trascorra le sue giornate a costruire movimenti al di fuori dal partito, per potersi garantire una ricandidatura».
Il riferimento è al senatore Beppe Lumia che, secondo lo statuto del Pd, non potrebbe essere ricandidato avendo già alle spalle più di quindici anni di vita parlamentare. Era già stato escluso dalle liste nel 2008, ma l’allora segretario Walter Veltroni lo impose come capolista al Senato. Secondo Panepinto, dunque, Lumia starebbe lavorando al rafforzamento del movimento nato attorno a Crocetta per ritornare nel Parlamento nazionale. Lo stesso presidente della Regione, nei giorni scorsi, ha detto che le adesioni aumentano ogni giorno anche in regioni come la Liguria e la Toscana. Questo soggetto politico potrebbe confluire nella Lista civica nazionale auspicata dal candidato premier Pier Luigi Bersani per recuperare consensi sia al centro che a sinistra.
Non si nasconde dietro ad un dito Filippo Panarello, deputato della corrente che fa capo all’ex capogruppo Antonello Cracolici, secondo cui, c’è stata: «Una gestione improvvida del passaggio d’Aula che ha portato all’elezione – comunque positiva – del presidente dell’Ars che ha permesso ai berlusconiani di Sicilia di apparire interlocutori privilegiati». Non solo perché il voto a favore di Ardizzone dovrebbe «fruttare» al Pdl la conquista della vice presidenza dell’Ars (contesa da Pogliese, Scoma e Caputo) e la presidenza di almeno una commissione legislativa, ma anche per la nomina ad assessore delle Autonomie locali di Patrizia Valenti, ritenuta una fedelissima del coordinatore pidiellino Giuseppe Castiglione. Si dice che la designazione sia stata concertata da un alto esponente dell’Udc con lo stesso Castiglione.
«Questo passaggio – ha aggiunto Panarello – rischia di attenuare le aspettative di cambiamento di una stagione appena iniziata. Tra i gruppi parlamentari che sostengono Crocetta si è creato un fortissimo disagio, che va superato attraverso un chiarimento politico che rilanci il progetto del presidente della Regione, a partire dalle battaglie per la legalità e per una netta rottura con un passato di malgoverno e clientelismo».
Il Pd rivendica una vice presidenza dell’Ars, un deputato questore e la presidenza di quattro commissioni legislative. Al «crocettiano» Antonio Malafarina, ex vice questore, dovrebbe andare la presidenza della commissione Antimafia.
L. M.LaSicilia
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