Quando al siracusano Stefano Zito è arrivata la mail con l’offerta di un albergo convezionato con l’Ars ha strabuzzato gli occhi: «No, 350 euro per dormire cinque notti a Palermo sono troppi! Anche se c’è la colazione inclusa… ».
Claudia La Rocca, invece, nei primi tempi pensa di fare la deputata-cittadina-pendolare fra Bagheria e la tentacolare capitale del potere siciliano. «Anche se magari potrei fare come quando lavoravo a Palermo: affitterò una stanza in un appartamento di studenti e lavoratori».
Angela Foti, “onorevole” in trasferta da Acireale, prima ancora che alla propria comodità pensa soprattutto a quella dei suoi figli piccoli: «Farò una scelta che dia loro quanto più una dimensione di casa, di famiglia. Niente gamberoni a cena e poi chiusa in camera, la sera voglio anche avere lo spazio per una tisana o una pastina col formaggino».
Allora, alla vigilia dell’insediamento dell’Ars (previsto per mercoledì 5 alle 11) l’unica cosa certa è che i 15 deputati regionali del Movimento 5 Stelle diserteranno gli hotel palermitani; dai 5 stelle in giù. Per il resto è tutto possibile. Compresa la suggestiva idea di «affittare dei monolocali in un unico nucleo, per vivere la trasferta palermitana tutti assieme», in un contesto «di abitazioni etiche di cui si sta discutendo».
Una sorta di “comune grillina”, un social housing che unisca impegno politico e solidarietà. «Ma per ora non possiamo dire nulla di più, decideremo quando saremo tutti assieme». Ovvero oggi, quando – in attesa della seduta inaugurale – Palazzo dei Normanni apre le porte ai neo-deputati per le “giornate dell’accoglienza”. Appuntamento dalle 16 alle 19; domani dalle 9 alle 19. Un mix fra “bignamino dell’Ars” e adempimenti burocratici.
Ad accogliere gli onorevoli (compresi quelli che rifiutano questo titolo) saranno lo staff della segreteria generale, i direttori e i funzionari dei servizi. Ogni deputato sarà accompagnato al piano del Parlamento regionale per gli adempimenti di rito: foto e accrediti; quindi il primo contatto ufficiale con i vari uffici, la consegna del manuale parlamentare, del regolamento dell’Ars e del badge per le votazioni in aula. Quindi in Ragioneria per la raccolta dei dati anagrafici e fiscali. Insomma il primo vero assaggio del “Palazzo”.
Ma come si stanno preparando i “cittadini 5 stelle” all’esordio in Aula?
«Con serenità, senso di responsabilità e umiltà», scandisce il capogruppo in pectore Giancarlo Cancelleri. Che ricorda: «Sospendiamo il giudizio sulla squadra di Crocetta. Vogliamo vederli all’opera: voteremo le cose che ci piacciono, ma non staremo certo ad aspettare. Abbiamo tante idee, stiamo già studiando alcuni ddl da proporre sin dalle prime sedute. E magari saranno tutti gli altri a dover appoggiare noi. Oppure a dire no alle nostre proposte, assumendosi la responsabilità di fronte ai siciliani». I grillini stanno studiando. «Alcuni di noi – rivela La Rocca – hanno frequentato lezioni alla Libera Università della politica di Palermo: diritto amministrativo, fondi europei, sanità… ». Altri, condividendo documenti via web, hanno fatto un “ripasso” collettivo in materia di Ars. E intanto continua la raccolta delle istanze sui territori, da portare presto e bene a Palermo. «Di tutto: dalla tabella H ai cinghiali sulle Madonie», ammette La Rocca. Foti ricorda «il caso Aligrup, nel Catanese, come simbolo della nostra priorità: il lavoro». A Zito, tra le altre priorità, i siracusani hanno chiesto di affrontare «i dubbi sulla qualità dell’acqua salmastra».
Come sarà la vita dei 5 stelle dentro il Palazzo?
Un accenno (tragicomico) s’è avuto qualche giorno fa quando le deputate Gianina Ciancio, Foti e La Rocca hanno partecipato a un convegno sul femminicidio. «Abbiamo fatto come tutti gli altri partecipanti – rivela la deputata di Bagheria – facendo la fila, iscrivendoci e aspettando. Quando qualcuno ci ha riconosciuto è scattato il cerimoniale: onorevole di qua, onorevole di là, ma perché non vi identificavate… Ecco, non siamo abituate a questi riti ossequiosi. Magari li fanno anche in buonafede, ma ci imbarazzano». Foti invece ha quasi superato il problema dell’anonimato da matricola: «Sono quella che trascina il passeggino dappertutto… ». A proposito: «All’Ars non esiste un nido per i figli di deputati e dipendenti. Vorrei parlarne presto al presidente eletto: si ridurrebbe l’assenteismo e migliorerebbe la qualità del lavoro». E Zito, alla “prima” dell’Ars, si troverà di fronte a un bivio. Cravatta sì o cravatta no? «In vita mia non l’ho quasi mai messa, non indosso nemmeno la giacca quando faccio esami all’Università. Ma mi hanno detto che è obbligatoria… ».
A Palazzo dei Normanni c’è un moto spontaneo di simpatia: «Sono ragazzi in gamba, faccio il tifo per loro», confessa un assistente. Ma anche di sospetto: «Qui dentro ci sono delle regole precise e vanno rispettate, che cosa si sono messi in testa questi? », avverte un altro funzionario. Ma da mercoledì, volenti o nolenti, dovranno abituarsi a convivere con questi 15 “alieni” armati di webcam e di sfrontatezza.
Mario Barresi per LaSicilia
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