Felicity Lawrence è una giornalista del giornale inglese “The Guardian” che un bel giorno ebbe la felice idea di farsi assumere “sotto mentite spoglie”, come operaia, in un stabilimento per la macellazione e lavorazione del pollame.
Questa esperienza assieme ad una seria inchiesta sul pane, sui piatti pronti sul caffè ecc., sono raccolti in un libro dal titolo “Non c’è sull’etichetta”, sottotitolo: “Quello che mangiamo senza saperlo”. Editore Einaudi.
Dirò subito che il primo e scioccante capitolo dedicato al pollo, fortunatamente a noi italiani non ci tocca più di tanto, visto che la nostra produzione è interamente rappresentata da animali macellati freschi, prodotti nei nostri allevamenti censiti e controllati. Invece non poche perplessità emergono se ci spostiamo nei vicini paesi anglosassoni dove l’ingegno, ad esempio, degli olandesi, sorretti da una fervida fantasia, riescono a propinare prodotti davvero inimmaginabili!.
Ebbene questi insuperabili maestri nel “movimentare” da tutto il mondo i tradizionali classici fiori, si cimentano anche per i meno eleganti … polli. Si perchè questi mercanti nati, acquistano per pochi spiccioli pollame congelato dalla Thailandia o da qualsiasi paese dell’est asiatico, ma anche dal Brasile, scongelano il pollo ed iniettano una soluzione di additivi attraverso decine di aghi, poi introdotti in giganteschi betoniere vengono girate e rigirati “tumbling”, finchè non assorbono tutta l’acqua che possono oltre che il sale.
Fin qui, potremmo pensare ad un un raggiro commerciale, ma la faccenda si tinge di giallo allorchè dai laboratori di Manchester la FSA Food Standard Agency (ente governativo britannico per il controllo degli standard alimementari) attraverso l’analisi del DNA su polli provenienti dall’Olanda ebbero la scioccante sorpresa che contenevano carne … di maiale, oppure di bovino.
Si avete capito bene nel pollo i “maghi “olandesi avevano introdotto carne di altri animali beffando gli ignari consumatori.
Pensate per un attimo agli induisti che inconsapevolmente si trovarono a mangiare carne bovina o ai tantissimi musulmani che detestano la carne di maiale.! Ma la beffa si completa quando sulle etichette troviamo scritto che il pollo è stato macellato con il metodo “halal”. Il raggiro è senza alcun dubbio ingegnoso ed ha alla base la possibilità di produrre e utilizzare proteine idrolizzate.
Queste proteine sono estratte, attraverso alte temperature e idrolizzate, da animali vecchi o da scarti di parti di animali non idonei all’alimentazione umana tipo, ossa, pelle, legamenti ecc. Per avere un’idea basti pensare al collagene usato nella cosmesi dove il “miracolo“ sta nel gonfiare la pelle e trattenere l’acqua. Ma c’era di più, il pollo in questo modo assorbiva il25%-30% di acqua, era intimamente legata alla struttura della proteina e resisteva fino al termine della preparazione del piatto pronto:i geniali olandesi aveva trovato il sistema di mutare l’acqua in soldi!
“Più si trasporta il cibo in giro per il mondo” -scrive la Lawrence- “ e più diventa facile nascondere questo tipo di frodi.
La struttura globalizzata dell’industria alimentare, secondo l’autrice, consente la sopravvivenza solo ai maggiori allevatori avicoli quelli che mantengono un volume di affare alto e i costi ridotti fino all’esasperazione.
Volete una prova? Il famoso pollo “boiler”o da carne, è allevato secondo un preciso calendario che divide l’anno in otto settimane alla fine del quale si attiene un “raccolto” attraverso la tecnica “tutto pieno–tutto vuoto”.
Nei capannoni vengono ospitati dai 30.000-50.000 pulcini su una lettiera permanente di segatura dove è tutto automatizzato: dalla temperatura alla distribuzione del mangime ,all’acqua,a cui vanno aggiunti diversi farmaci per controllare le malattie. Alla fine del ciclo gli animali arrivano stipati, tale che la capacità dei polli di muoversi è pressoché nulla, allora il capannone viene svuotato, ripulita la lettiera, disinfestato e … pronto per il prossimo “raccolto”.
Il”miracolo” economico che consente alle massaie di acquistare per qualche euro un pollo è il risultato di una felice sintesi tra miglioramento genetico dei polli e i progressi raggiunti dall’industria mangimistica cosi l’indice di conversione è a mala pena di appena di 1’5-1 in un tempo che supera di poco i quaranta giorni. Ma già scommettono di raggiungere il peso di 2kili in appena 33 giorni e non stupitevi se in un futuro non tanto lontano avremo polli nudi, senza piume, così risparmieremo tempo prezioso evitando la fastidiosa operazione di spiumatura!!
Seguono altri capitoli dedicati al pane al caffè, all’insalata ecc. C’è tuttavia una parte del capitolo dedicata ai piatti pronti che ad una attenta lettura lascia perlomeno preoccupati. Il ruolo giocato da alcune sostanze nutrienti per la salute non è ancora del tutto svelato, il rapporto tra agronomia e natura degli alimenti sembra preoccupare sempre più i nutrizionisti che rilevano un preoccupante calo di alcuni minerali nei cibi proprio nell’ ultimo cinquantennio, da quando fertilizziamo il terreno con il solo azoto, fosforo e potassio. La ricerca sta facendo nuove scoperte sul ruolo di alcuni di queste sostanze indispensabili per processi biochimici in particolare nella metabolizzazione degli acidi grassi essenziali. Ebbene sono in atto una serie di ricerche sugli effetti della carenza di acidi grassi essenziali sulla salute mentale, sul comportamento e sui problemi dello sviluppo. Il prof. Joseph Hibbeln, biochimico e psichiatra dei National Institutes of Health di Washington ha osservato i legami tra gli acidi grassi essenziali e la depressione per vedere se c’è un fattore nutrizionale dietro l’impressionante aumento della malattia nei paesi benestanti.
Sta di fatto che il nostro regime alimentare occidentale sempre più ricco di cibi trasformati, raffinati ricchi di grassi saturi e idrogenati non sembra avere effetti disastrosi solo sulle funzioni metaboliche od organiche, ma se verranno confermate le prime indicazioni dobbiamo convenire che una scellerata gestione del moderno sistema agroalimentare, “mina la nostra salute non solo fisica, ma anche mentale”
Giuseppe Bivona