Ieri sera, in un Teatro Zappalà di Palermo stracolmo, per la campagna elettorale delle primarie per il Segretario Nazionale del PD, Pier Luigi Bersani, trascinante è stato l’intervento del Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta che ribadendo il suo appoggio incondizionato a Bersani ha fatto numerose dichiarazioni soprattutto indicando il metodo nuovo con cui intende governale la nostra isola.
Duro è stato soprattutto sul malcostume di chi indica soggetti per incarichi o altro, dichiarando:
“Non continuate a fare la fila davanti al Palazzo D’Orleans, ad aspettare nell’anticamera del palazzo, perché è un inutile fatica, io ve la voglio risparmiare, noi dobbiamo cominciare un metodo nuovo, in cui gli incarichi si hanno perché competenti, perché capaci, perché si vuole lavorare, perché si è persone oneste.
Questa logica del “cosa mi spetta” deve finire perché è la causa dei malanni di questa terra e se si pensa che noi dobbiamo continuare cosi io credo che noi facciamo l’errore principale.
Noi dobbiamo cominciare a dire che mettiamo in campo e al servizio dei siciliani la nostra partecipazione al governo e il PD darà l’esempio. Noi dobbiamo avere una squadra di alto profilo. Non ci interessa a quale corrente appartengano, ci interessa dare un governo vero ai siciliani pulito che sia riconoscibile, questo non significa umiliare i partiti, anzi significa esaltarne la loro funzione costituzionale”
E sulla trasparenza, altro comun denominatore della rivoluzione siciliana, il Governatore Crocetta ha aggiunto: “Noi creeremo un data base dove verranno inserite tutte le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione, le gare che si svolgono, chi le vince e le mettiamo, altro che pubblicarle su internet, le mettiamo a disposizione della guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia. Perché vogliamo essere controllati perché il sistema democratico si rispetta il principio della separazione delle leggi, della separazione dei poteri, questa è la base della democrazia e ciò non significa fare lo “sbirro”, significa semplicemente accettare che qualcuno ti giudichi”.
Sulle allusioni fatte da qualche giornale il Governatore si difende e dice: “Io trovo osceno che in questi giorni i giornali della destra stanno cercando di ordire una congiura per cercare d’infangare un’esperienza che non ha precedenti nella storia italiana. Quella della città di Gela, dell’antimafia fatta a Gela, che esce dopo sei anni di mia amministrazione con un bilancio di 850 mafiosi ed estorsori arrestati, grazie ad una battaglia senza precedenti. Trovo indegno che si prenda in considerazione qualche falsa dichiarazione, io sono stato assessore per 3 anni, sindaco per 6 anni ed europarlamentare per 3 anni e non sono mai stato raggiunto da un avviso di garanzia. Trovate qualche altro amministratore in Italia che non sia stato indagato anche per errore. La macchina del fango ci fa ridere perché chi sa di aver la coscienza e gli atti apposto se la ride e le mafie non pensino di arrestare questa battaglia sporcando e poi eliminando le persone. Nessuno pensi che si possa fermare la mia battaglia e questo processo di rinnovamento”.
Nel suo intervento Crocetta ammalia i presenti soprattutto con un altro suo ragionamento limpido sui partiti. “Ai partiti chiedo lealtà nei confronti del popolo siciliano. Quando si fa un nome non si deve dire il miglior nome che rappresenta questa nostra corrente ma il migliore nome che può avere come assessore la Sicilia per quel settore e in questo momento”.
Un Rosario Crocetta lucido, trascinatore e diretto che mette quasi in secondo piano la presenza del Segretario Nazionale del PD Pier Luigi Bersani. Gli applausi scroscianti per Crocetta forse hanno fatto svegliare Bersani che di certo non era a Palermo per “pettinare le bambole” ma per sentire il calore del Pd palermitano e siciliano.