Entra nel vivo il Festival di Sanremo dei giovani 2013. Nei giorni scorsi, la commissione della Sezione SanremoLab, presieduta da Andrea Mirò con Niccolò Agliardi e Omar Pedrini, ha scelto i nomi di 40 giovani finalisti che accedono alla fase successiva dell’unico concorso che porta i giovani all’Ariston.
Tra i 40 rimasti in gara solo tre sono i siciliani, due nella categoria SanremoLab e uno nella categoria Sanremo Doc (spazio dedicato alle canzoni in dialetto).
Si tratta del ragusano di Ispica Sil Kay, della band palermitana de Le Formiche e del cantautore trapanese Jeko, al secolo Vito Castiglione.
Sil Kay
Tra gli artisti più interessanti c’è Lino Carlotta, in arte Sil Kay, trentunenne e già vincitore di vari premi tra cui Scalo 76, premio Ciampi, Musicultura. Dopo il conseguimento di una laurea in Economia alla Bocconi, nel 2004 sceglie di trasferirsi per quattro anni a New York per apprendere le tecniche di canto hip hop e r&b.
«E’ stata una scelta professionale azzeccata – racconta – sono tornato più preparato, scrivo in inglese e ho fatto esperienza partendo da zero in Paese che conosce la meritocrazia».
La genesi del brano sanremese comincia lo scorso luglio: «Partecipai attivamente a un cineforum organizzato da Luca Musso (designer ed esperto in comunicazione visiva) – ricorda – ho conosciuto vari rappresentanti delle organizzazioni a tutela dei testimoni di giustizia. I racconti di questa gente coraggiosa mi hanno ispirato il mio primo pezzo in italiano, un brano che vuole far conoscere la condizione di chi ha messo da parte l’omertà per combattere i propri estorsori o i propri familiari appartenenti ad associazioni mafiose».
Le Formiche
Vanno avanti anche Le Formiche, band composta da quattro ragazzi di Palermo: Giuseppe Minasola (chitarra e voce), Roberto Calabrese (batteria), Carmelo Drago (basso) e ultimamente aggiunto Valerio Mina (seconda chitarra).
«La città in cui siamo cresciuti e tuttora viviamo rimane ispirazione principale dei nostri testi che con molta semplicità compongono le nostre canzoni. Testi che riprendono una pesante quotidianità fatta di personaggi o eventi che animano la città».
Nel nome scimmiottano le band degli anni Sessanta (Camaleonti, Gabbiani, ecc) ma propongono un pop rock, «popolare, destinato a tutti, senza preclusione di genere».
Sul brano sanremese non vogliono dire nulla: «Ci hanno ordinato di mantenere il silenzio, ma noi saremmo rimasti zitti ugualmente, per scaramanzia». Evviva la sincerità.
Jeko
Il dialetto siciliano ha spinto in fondo alla gara Vito Castiglione, in arte Jeko, classe ‘81. Scelta difficile, che alla fine ha ripagato.
Pizzaiolo per mestiere, artista per passione. Vive a Custonaci, suona il sax e canta. Nel 2011 ha partecipato all’Accademia di Sanremo Lab con il brano Canterò, ma non è riuscito ad andare in finale. Il 2012, però, sembra il suo anno: dalla collaborazione di Alberto Anguzza, autore e trombettista nasce Welcome to Sicily, un brano cantato in dialetto siciliano che racconta le bellezze naturali della Sicilia di oggi attraverso ritmi folk rivisti in chiave contemporanea. In estate la canzone diventa un tormentone. Adesso un nuovo tentativo per salire sul palco dell’Ariston: «Ho scelto di puntare ancora sulla mia Sicilia con un brano arrangiato dallo stesso Anguzza degli Ottoni Animati e da Giampiero Risico, sax dei Tinturia – racconta – ritmi freschi e latini, ma testi importanti che analizzano l’aspetto sociale della nostra Sicilia, che vive tra sole, mare e immigrazione. Stavolta sono a un passo dal Festival, spero che sia la volta buona».
La selezione
Dai 40 di Area Sanremo usciranno due concorrenti per la sezioni giovani del Festival. Gli altri 6 saranno scelti tra i 270 artisti che hanno superato la prima scremature sulle 500 domande presentate ad opera del direttore artistico del Festival, Mauro Pagani.
Luca Ciliberti LaSicilia
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