Il Ministero dell’ambiente, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, ha promosso un’importante progetto dal nome: “Previeni”.
Principale scopo degli esperti che lavorano a questo progetto è quello di elaborare un vademecum su come difendersi da un gruppo molto diffuso di sostanze chimiche pericolose dette interferenti endocrini (IE).
La tutela riguarda l’esposizione a questi composti che possono influenzare lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e in taluni casi anche il comportamento dei bambini, oltre ad avere effetti negativi sullo sviluppo del feto.
Un Interferente Endocrino è una sostanza esogena, o una miscela, che altera la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto)popolazione. (European Workshop on the Impact of Endocrine Disrupters on Human Health and Wildlife, Weybridge 2-4/12/1996)
Il più conosciuto è il discusso BPA, meglio conosciuto come bisfenolo A, definito nei testi del progetto “Previeni” come una “sostanza con effetti estrogenici e capace di alterare la funzione di tiroide e sistemi riproduttivo, nervoso e immunitario”.
Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica usata prevalentemente in associazione con altre sostanze chimiche per produrre plastiche e resine. Ad esempio il BPA è usato nel policarbonato, un tipo di plastica rigida trasparente. Il policarbonato viene utilizzato per produrre recipienti per uso alimentare come le bottiglie per bibite con il sistema del vuoto a rendere, i biberon, le stoviglie di plastica (piatti e tazze) e i recipienti di plastica. Residui di BPA sono presenti anche nelle resine epossidiche usate per produrre pellicole e rivestimenti protettivi per lattine e tini. Il BPA può migrare in piccole quantità nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono.
Per questi motivi in alcuni paesi europei è stato limitato l’impiego di questa sostanza. L’Italia, in particolare, ha accolto la direttiva europea che riguarda il divieto di utilizzare il BPA nei biberon in policarbonato.
Per fortuna, le forti pressioni di altri stati come la Francia hanno spinto l’European Food Safety Autorithy (Efsa) a organizzare un incontro per scambiarsi dati e informazioni sul tema della pericolosità del bisfenolo A.
Nell’insieme degli interferenti endocrini troviamo anche composti perfluorurati (PFOS e PFOA) e sostanze chimiche non persistenti, come alcuni ftalati come il DEHP o dietilesilftalato, un plastificante pericoloso che può alterare la produzione di ormoni sessuali (estrogeni e testosterone) diminuendo la fertilità, e aumentare la predisposizione a contrarre diabete e obesità.
Gli esperti del progetto “Previeni” ci invitano ad adottare nella vita quotidiana dei piccoli accorgimenti, 6 semplici regole per tutelare la salute in cucina:
1. Non riutilizzare contenitori in plastica per alimenti e bevande, usurati o monouso: sono fonti potenziali di bisfenolo A.
2. Limitare l’impiego di padelle antiaderenti graffiate, ritenute potenziali fonti di esposizione a composti perfluorurati (PFOS e PFOA).
3. Utilizzare carta per alimenti e pellicole seguendo attentamente le limitazioni indicate in etichetta. Non tutte le pellicole possono essere usate per conservare ogni tipo di cibo; i fogli di alluminio, per esempio, non sono adatti agli alimenti acidi.
4. Limitare l’uso di prodotti affumicati ed evitare il consumo di quelli con parti carbonizzate o bruciate: sono fonti di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), interferenti endocrini con effetti negativi sull’organismo.
5. Scaldare latte, pappe e bevande in contenitori integri e non usurati.
6. Lavare accuratamente biberon e altri contenitori dopo la sterilizzazione; non usare biberon in policarbonato (che non dovrebbero essere più in commercio)
Adottate quotidianamente in cucina, comportamenti responsabili e intelligenti come quelli proposti nel progetto “Previeni”.
Scarica il “Decalogo per il cittadino. Conosci, riduci, previeni. Gli interferenti endocrini”
Alfonso Fiumarella