In Sicilia sono più di 600 mila, e quasi il 12 per cento di questi sono bambini. È il numero dei siciliani che non hanno da mangiare e che chiedono assistenza alimentare. Il dato è stato reso noto dal rapporto Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura e racconta di una Sicilia in cui aumentano in maniera preoccupante i poveri in cerca di cibo.
Nell’isola gli indigenti sono 601.462. Di questi, 71.239 sono bambini con meno di 5 anni, mentre 87.554 sono anziani con oltre 65 anni. I dati si riferiscono a quanti chiedono aiuto alle strutture Agea. E si tratta di una richiesta di aiuto continua e costante, cui devono far fronte le 1867 strutture caritative e benefiche operanti sul territorio siciliano.
Sono dati indicativi della situazione globale italiana. Degli oltre 3 milioni e mezzo di indigenti, ben 379.799 sono bambini tra zero e cinque anni e 508.451 sono anziani di oltre 65 anni di età. Si tratta di circa il 30% della popolazione indigente, laddove i bambini sono concentrati in prevalenza in Campania e Sicilia e gli anziani nell’Italia meridionale in generale.
Aumentano anche gli interventi alimentari delle organizzazioni caritative, che nel 2012 sono stati circa 126 milioni (125 milioni 831.921).
Ma, oltre al numero di indigenti, oggi aumentano anche coloro che fanno fatica ad arrivare a fine mese. La Confederazione Italiana Agricoltori osserva che «gli italiani sono sottoposti al fuoco incrociato degli aumenti del carico fiscale e delle tariffe energetiche, mentre cala il reddito disponibile. Una congiuntura che ben due famiglie su tre ora possono affrontare solo con tagli radicali alla spesa, compresa quella per la tavola». E quindi «quasi la metà delle famiglie oggi riduce le quantità acquistate, soprattutto per quel che riguarda ortofrutticoli (il 41,4 per cento), carne rossa (il 38,5 per cento) e pane (il 37 per cento) ».
Eppure, gli indigenti italiani potrebbero essere sfamati riducendo di appena il 10% gli sprechi di cibo degli italiani.
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