Ridotto a una carcassa di pelle e ossa, con gran parte dei muscoli non sviluppati e le zampette storte. Senza l’intervento dei volontari dell’Oipa di Palermo, la sorte di “Salvo”, un cagnolino bianco di sette mesi, sarebbe stata certamente la morte. Per fame e disidratazione.
“Gli avevano portato dei pezzi di pane quindici giorni addietro” e da bere, poi, aveva “l’acqua del cesso“, è stata la risposta agghiacciante data da una donna, forse la padrona di casa, al medico veterinario, Germana Romeo, subito dopo che era stata scardinata la porta del piccolo bagno di un appartamento disabitato. Quell’angusto spazio era diventato la prigione del cucciolo. Che era costretto a vivere, chissà da quanto tempo, forse dalla nascita, nella sporcizia più assoluta, tra stracci lerci e i suoi stessi escrementi.
Il ritrovamento risale a qualche giorno fa nel quartiere Zisa di Palermo dopo la segnalazione fatta a un veterinario da un addetto di un’impresa di pulizia incaricata dalla padrona di casa di ripulire l’appartamento non più affittato. Ai pulizieri viene detto che in quella casa c’è un cane morto oppure ancora vivo ma comunque da abbattere. Per questa ragione, l’impresa decide di chiedere l’intervento di un veterinario.
“Fino all’ultimo momento – racconta la dottoressa Romeo – non ho capito cosa dovevo attendermi di trovare. Poi quando siamo riusciti ad aprire la porta di quel minuscolo bagno, tra una sporcizia inimmaginabile, c’era lui, il cagnetto bianco“.
Che alla vista del veterinario ha scondinzolato e cercato di alzarsi. Ma “Salvo”, denutrito e con le zampette prive di forze, non c’è riuscito ed è rimasto accucciato su uno straccio lurido.
Il cagnolino è ora ospitato da Daniela Brunetto, delegata Oipa del capoluogo siciliano, che appena avvisata si è recata nell’appartamento-prigione: “Non riuscivo a credere a cosa avevo davanti. Il cagnetto era dolcissimo, tentava in tutti i modi di alzarsi ed avvicinarsi scodinzolando. Lo abbiamo delicatamente preso e trasportato in ambulatorio“.
La visita ha escluso fortunatamente eventi acuti in corso. Al cagnolino è stata somministrata una flebo. Gli esami del sangue hanno confermato uno stato di anemia.
Il cucciolo si sta lentamente riprendendo anche se “bisognerà aspettare del tempo prima di poter dire che il cane è entrato in una fase più tranquilla; per il futuro bisognerà vedere, certo i danni subiti sono gravi“, dice la Romeo.
“Quel cane non ha vissuto – incalza la responsabile Oipa – non ha potuto socializzare, è stato in quelle condizioni per chissà quanto tempo. L’unica notizia che è trapelata è che sarebbe arrivato in quel luogo da cucciolo. Era un batuffolo bianco“.
Una curiosità. “Salvo” è stato soccorso dallo stesso ambulatorio veterinario che ha salvato “Tao”, il cane trovato nei mesi scorsi in un cassonetto, chiuso in un sacco dell’immondizia.
La vicenda è al vaglio delle Guardie Zoofile dell’Oipa. Sono in corso indagini per individuare e denunciare il responsabile di tanta crudeltà.
Fonte: BlogSicilia
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Mi viene solo da chiedermi il PERCHè?
Non era meglio abbandonarlo e farlo diventare un cane randagio, anziché tenerlo prigioniero senza cibo ne acqua, spero esista una giustizia divina per questi balordi, e alla signora le auguro di non avere soldi per comprare l’acqua così da ricorrere a bere quella “del cesso”!
Una preghiera più che un commento,una preghiera,quella che ogni notte recito e per sempre farò.Prego perché una giustizia divina ci sarà per questi uomini e donne che non conoscono il significato della parola Amore,Amore verso gli indifesi che questi siano animali,anziani e bambini.La nostra giustizia terrena non arriverà mai nelle loro case o dove ovunque si trovino questi esseri immondi.Prego perché possano capire ciò che hanno fatto ma solo nel momento della morte così da non potere più rimediare e destinati a bruciare all’inferno.Amen