Gli incontri, che le Associazioni svolgono con i giovani, meritano particolare apprezzamento perché, intendono fornire alla futura società, un contributo originale alla creazione di una cultura del sociale, perchè i giovani bisogna considerarli una risorsa, non un peso per la società.
Voglio rivolgervi queste brevi parole per sottoporre ai lettori l’attenzione su un tema ben importante: la necessità che i Giovani, la famiglia e la vita siano al centro della sfera pubblica, come espressione di una nuova cultura, in una società che, sta attraversando momenti d’indubbia trascendenza per la storia dell’intera umanità, ed è proiettata in un futuro pieno di speranze, ma anche d’incertezze.
Nella nostra epoca incombono problematiche complesse e laceranti, fra le quali, la diminuzione di posti lavorativi e quindi la nascita di nuovi poveri, l’urgenza di tenere dietro ad un progresso tecnologico in costante accelerazione, l’incalzante invecchiamento della popolazione.
La gravità del momento presente, emerge in modo più chiaro ancora quando si considera che questi cambiamenti economici sono accompagnati da profondi cambiamenti spirituali, morali e culturali: il diffondersi di una cultura contraria alla vita, le preoccupanti tendenze disgregatrici del matrimonio e della famiglia, il grave degrado dei valori morali, il deterioramento della trasmissione pedagogica nelle strutture educative per le nuove generazioni. Capisco che è un momento difficile, ma c’è sempre tempo per far si che le Istituzioni, le varie Associazioni si confrontino, e rafforzino l’amicizia assieme che ci sente uniti dalla sfida epocale e planetaria della promozione e la difesa della vita umana.
Noi del C.A.V, stiamo lottando in tutti i modi per diffondere questa cultura della vita, ma, purtroppo il diavolo denaro è sempre in agguato, infatti oggi noi ci ritroviamo ad assistere ben 56 donne, e sapete di queste circa il 30% sono adolescenti e il restante 70% sono giovane che vanno dai 19 ai 29 anni.
Il disastro educativo è all’origine della bassa occupazione dei nostri giovani.
Per “disastro educativo” si intende “un sistema che perde molti giovani precocemente e altri li trascina per lunghissimi percorsi senza che alla fine abbiano acquisito competenze apprezzate dal mondo del lavoro”.
Chi ha a cuore lo sviluppo del Sud deve capire che “L’educazione” – tocca un problema fondamentale per il mondo economico, Il male di vivere, la dipendenza dalla droga che uccide un figlio, i sensi di colpa di un genitore. Il sesso precoce, venduto e comprato a scuola. La violenza tra bande minorenni che dilaga nelle città, e non solo nelle periferie. Bambini cresciuti troppo in fretta e ragazzi, dai 12 ai 25 anni. Davvero stiamo rischiando di perdere una generazione per colpa di una mutazione antropologica che sfugge Davvero, i soldi, il potere e il desiderio di apparire sono le uniche loro ambizioni e gli stordimenti di tutti i generi le uniche medicine che usano per curare le frustrazioni che quei sogni infranti procurano.
Bisogna far capire ai Signori del governo di tutelare la scuola pubblica, invece di privarla di risorse essenziali. Usare il termine “inculcare” dà l’idea di studenti come contenitori vuoti che devono essere riempiti: la scuola pubblica non inculca, educa, perché attraverso la scuola si adempiono i principi della nostra Costituzione e si preparano i ragazzi al vivere democratico e civile, si educano i giovani alla cittadinanza e alla solidarietà e si apre loro un futuro alla pari con i loro coetanei europei. La scuola pubblica è la scuola di tutti e garantirne la qualità deve essere un obbligo per chi governa il paese.
La Costituzione assegna allo Stato il dovere di provvedere all’educazione dei cittadini e di tutelare i capaci e meritevoli. Invece oggi vediamo solo come la scuola pubblica sia continuamente depotenziata e soffra di tagli al personale e alle risorse.
Cerchiamo di riflettere quando ci troviamo in perfetta riflessione fra le pareti della cabina elettorale, perché, anche se le pareti fronteggiano la Libertà, ci dobbiamo sforzare di essere Liberi, solo così possiamo dire che chi è morto per ottenerla, non è morto invano.
Francesco Sutera