Perché la politica fà finta di non capire?
Non ci riesco, è inutile, non riesco a realizzare una trasmissione radiofonica per fare solo musica e far finta che la classifica dei brani dei cantanti delle patatine è più importante di una comunicazione sana che mira all’informazione utile per l’ascoltatore medio. Nessuno, se non i giornalisti di frontiera, parla del grande tema sociale che imperversa il nostro sempre più poco amato Paese.
Un dj, come me, non riesce neanche a far finta di niente il sabato sera durante una serata per locali. Avverto spesso il bisogno di esternare le mie riflessioni, seppur in modo democratico e civile – “infatti il mio microfono ha uno speciale filtro col bip il quale non mi consente di dire fregnacce” – ai miei ascoltatori. Lo ritengo necessario comunicargli delle info ritenendole per loro necessarie ed utili. Un modo come un altro per non tenerli in considerazione solo quando li chiamiamo a pagare le tasse. Quelle stesse tasse che riescono a mantenere in piedi il sistema, quel sistema che puntualmente viene purgato da chi lo detiene. Si deve quindi, a cadenza gornaliera, informare il cittadino delle manovre politiche-ammistrative, anche delle più banali, con il fine di far trasparire in modo chiaro e lampante l’attività fin qui prodotta (visto l’ossigeno elettorale ottenuto a suo tempo).
L’amministratore, secondo me, deve parlare periodicamente con il giornalista perchè sarà lo stesso, veicolando l’informazione attraverso i mezzi mediatici a suo disposizione, ad informare la cittadinanza.
La vera democrazia si fonda, a mio modesto parere, su un dialogo costante e puntuale tra amministratori della cosa pubblica e cittadini. Quando non si hanno notizie puntuali e costanti, secondo sempre il mio modesto parere, vuol dire che gli attori protagonisti dello scettro non hanno combinato un bel nulla – “per non citare una famosa affermazione come….non fareun c…..” – anzi, quando c’è un silenzio assordante bisogna drizzare le orecchie, perchè il buio e l’assenza di informazioni sulle cose di interesse pubblico è sinonimo di inciucio e di manovre non giuste.
“Qualcuno è già in galera” !
Non ci vado a sentire il comizio del candidato all’Ars, pretendo di sentire la verità dai prediletti che per decenni hanno riscaldato la comoda poltrona del potere. L’intero sistema è saltato. Qui si continua a far finta di non capire. Gli Enti, ed i carrozzoni a seguito (essendo in dissesto finanziario), stanno distruggendo tutti: famiglie e generazioni a seguire.
Non ci vado a sentire il comizio del candidato all’Ars per sentirmi dire che “lui è uno di noi. Si spenderà per noi.” Nessuno di loro mi racconterà mai che è la comunità a pagare i debiti e le colpe scellerate degli stessi che, puntualmente, si ripresentano per continuare, allo stesso modo, come se nulla fosse. Non è pessimismo, è la verità che nessuno racconta.
Non ci vado a sentire il comizio del candidato all’Ars perchè mai nessuno di loro mi spiegherà come si possono pagare le tasse se si perdono i posti di lavoro. Come si pagano le tasse se lo Stato aumenta le stesse (carburanti, aliquote, le spille e persino la matassa pì cùsiri) ?.
Santi i giornalisti che sono stati licenziati perchè hanno scovato la verità ed hanno ottenuto bavagli e gomme bucate. Oramai gli scandali non si contano più è qui si continua a far finta di niente. Ho la certezza che l’informazione passata a caratura nazionale è lo 0,5% di quello che c’è da sapere. Redazioni giornalistiche tutte uguali a raccontarci le stesse cose se pur con spirito critico diverso ma in fondo lo stesso.
Pretendo che qualcuno dall’alto mi dica la verità, una verità semplice ma naturalmente scomoda: “il sistema è saltato e siamo alla deriva”.
C’è chi dice che nel 2013 si arriva, forse ,al pareggio di bilancio. Invece, dovrebbero dirci che il pareggio di bilancio è un utopia perchè il mio vicino di casa, compreso il vicino di casa del mio amico, ha perso il lavoro e non riuscirà manco a comprarsi il pane ed il latte per i suoi bambini, figuriamoci se può contribuire al pareggio di bilancio dettato dai professori arca di scienza.
Sono fortunato perchè da quando sono nato, chi mi creò, già a suo tempo mi parlava di utopia, ovvero una cosa astratta che a volte bisogna metterla in conto, se la digerisci da piccolo … da grande, magari, non rimani affatto deluso.
Lilian D’Anna