Last updated on Ottobre 3rd, 2012 at 11:47 am
Il centro di Ribera si allunga come una terrazza sulla costa marinara di Seccagrande, vera e propria delizia per i turisti amanti del mare che, lungo questo litorale, è sempre protetto da una natura rigogliosa e selvaggia. Dai suoi 200 metri slm, Ribera domina non soltanto il golfo, ma anche le vallate che ospitano i fiumi Verdura e Magazzolo, fra i quali nel 1627 Luigi Guglielmo Moncada, Principe di Paternò, fondò la cittadina. Leggenda vuole che il feudo genitore del paese si sia formato spontaneamente dai contadini che dalle montagne circostanti scendevano qui a coltivare le arance e che, per alleviare i lunghi viaggi a piedi, decisero di costruire case e di fermarsi ad abitare questo angolo incantato di Sicilia.
Le arance rappresentano ancora il fiore all’occhiello dell’economia riberese, visto che la Washington Navel, sull’Isola chiamate più familiarmente Riberelle, sono ormai conosciute, e richieste, in tutto il mondo. Ma da queste parti non ci sono aranceti magnifici, visto che le olive, qualità Biancolilla, producono da tempo e generosamente un olio che si è già guadagnato più di un riconoscimento internazionale. E se potremmo continuare ancora a lungo ad esaltare i prodotti della terra di Ribera (le avete mai assaggiate le fragole, magari condite proprio con il succo di un’arancia appena raccolta? Bè, l’ambrosia dell’Olimpo non regge il confronto!), non possiamo certo ignorare il fatto che la cittadina si è ben organizzata per restare, come si dice, “al passo con i tempi”, sfruttando le antiche tradizioni artigiane – e la sapienza degli antichi maestri – per iniziare un percorso più industrializzato. Certo, siamo ancora molto lontani, per fortuna, dalle catene di montaggio, e i lavori “industriali” che qui si producono hanno tutto il profumo e la qualità di una manodopera tradizionale, appassionante e saggia.
Il risultato sta tutto nello sguardo ammirato di chi si lascia sorprendere dai preziosi merletti in ferro battuto prodotti dagli artigiani locali, oppure nei manufatti in legno come infissi, porte, oggetti per l’arredamento di interni, fino alla costruzione e progettazione di mobili come cucine e chi più ne ha più ne metta. Negli ultimi anni, poi, sta prendendo piede anche la produzione di infissi in alluminio anodizzato. Davvero un passo nel futuro lontano, che ovviamente non può prescindere da quelle che sono le tradizioni, da quelli che sono i costumi locali, una vera sorpresa per quanti vogliono scoprire la faccia più genuina di questa Sicilia. Ribera non è una città da visitare solo per il mare, dunque, ma anche per partecipare alle sue feste tradizionali. Indubbiamente emozionante è la Domenica di Pasqua quando sul Corso Umberto I si incontrano la Madonna e il Cristo Risorto in quello che viene chiamato in dialetto lu ‘ncontru. Fin dal mattino la strada è gremita da persone che issano tele decorate con figure sacre e gonfaloni.
Questi detti “pali”, pur essendo molto pesanti vengono portati da uomini che non si risparmiano in acrobazie come, ad esempio, sorreggere il gonfalone con il mento oppure tenerlo in alto mentre ci si lancia in una corsa lunga la via. Uno spettacolo unico, da non perdere. Così come è da non perdere, anche perché ci si diverte moltissimo, la festa del 19 marzo, quando, per onorare San Giuseppe, si viene svegliati al sorgere del sole dall’alborata, ossia lo sparo di botti cui si associano le note della banda musicale. Quello che aspettano tutti quanti è l’uscita della Straula, un’altissima torre (almeno quattro metri) sulla quale viene poggiata l’immagine di San Giuseppe. La Straula è riccamente tappezzata di foglie d’alloro e purciddara, forme di pane benedetto che vengono poi distribuite ai partecipanti, ed è issata su di un carretto siciliano trainato da un mulo. Non mancano gli “altari”, tavole imbandite di ogni ben di Dio, (eccezion fatta per i piatti a base di carne), dove San Giuseppe giunge a chiedere ristoro battendo con il suo bastone fiorito. E quando la “padrona” dell’altare concede il suo permesso, tutti sono invitati, figuranti e “stranieri” compresi. Immancabili i giochi di fuoco a tarda sera, giochi che ritroviamo, la notte del 15 agosto, sulla spiaggia di Seccagrande. Ma questa quolta, visto che di festa si tratta, i fuochi esploderanno a suon di musica.
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