Una boccata d’ossigeno per l’Italia, che tornerà in gran parte gialla da lunedì a partire da Lombardia e Lazio, con il livello minimo di restrizioni previste. Diventeranno arancioni la Sicilia e la Provincia autonoma di Bolzano, mentre Puglia, Sardegna e Umbria lo resteranno. Tutte le altre regioni e la Provincia autonoma di Trento saranno gialle e potranno riaprire bar e ristoranti a pranzo. Sparirà insomma il rosso dalla mappa del Paese, ci si potrà muovere all’interno delle regioni gialle, ma resterà in vigore il divieto di spostamento anche tra queste fino al 15 febbraio.
«Numerose regioni torneranno in zona gialla – commenta Speranza -. Questa è una buona notizia, ma è fondamentale mantenere la massima attenzione. La sfida al virus è ancora molto complessa». .
In sostanza, Speranza avrebbe chiesto una interpretazione diversa delle norme rispetto a quella adottata finora, secondo quanto ricostruito. Per passare da una zona più rigida a una più soft dovevano trascorrere due settimane con dati compatibili con la fascia inferiore, ma si iniziava a calcolare dalla prima settimana in cui i dati erano migliorati. Di fatto, dunque, erano necessarie tre settimane di numeri da “gialla” per abbandonare l’arancione. Ora invece bastano 14 giorni e due monitoraggi. Il Comitato tecnico scientifico ha preso atto del miglioramento complessivo della situazione epidemiologica, che riguarda sia l’incidenza sia l’Rt, con l’eccezione dell’incidenza in Alto Adige e dell’Rt in Molise. «Per il resto si rimanda alle valutazioni già previste dalla norma», afferma una fonte del Cts.
Insomma, sembrano aver avuto effetto le pressioni dei governatori per rendere più semplici i passaggi da una fascia all’altra. In base al monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità (Iss), le regioni avevano praticamente tutte parametri da giallo, tranne l’Umbria. Si evita così un nuovo scontro tra i presidenti di Regione e il governo, peraltro dimissionario.
Cosa cambia in Sicilia
Con questi numeri, dalla mezzanotte fra domenica e lunedì si potrà circolare dalle 5 alle 22 nello stesso comune. Consentita una sola visita al giorno a parenti o amici al massimo in due persone, più figli minori di 14 anni e disabili. Ci si potrà spostare dai piccoli comuni entro 30 chilometri ma senza andare nei capoluoghi di provincia, fatti salvi i motivi di lavoro, salute o necessità. Riaprono i centri commerciali nei giorni feriali.
Alle superiori riparte la didattica in presenza alternata fino al 75 per cento degli alunni. Gli atenei sono liberi di riaprire. Resta il limite dei mezzi pubblici pieni a metà, salvo quelli per il trasporto scolastico. Riaprono i negozi di abbigliamento e al dettaglio. Restano vietate le consumazioni dentro bar e ristoranti o in prossimità. Dalle 5 alle 18 è permesso l’asporto di cibi e bevande da tutti i locali, dalle 18 alle 22 solo dai locali con cucina.
Restano chiusi musei, mostre, teatri, cinema, palestre e piscine, ma aprono i centri sportivi.
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