Da sette anni adotta il metodo Simonit&Sirch a sostegno di vite e territorio.
La primavera è ormai alle porte, le viti si risvegliano dal lungo inverno e le prime gemme iniziano a sbocciare.
Cantine Settesoli sa che per ottenere dei vini di qualità bisogna partire tassativamente da uve eccellenti. La potatura è una delle tecniche colturali che più incide sulla qualità delle uve.
Attraverso la potatura invernale si addomestica la vite alla crescita controllata nello spazio e si definisce il carico produttivo, ovvero il numero di gemme che sbocceranno e quindi la produzione di uva che si otterrà.
È di fondamentale importanza eseguire una potatura coscienziosa e quanto possibile non invasiva. Ogni taglio apportato alla pianta determina conseguenze dirette ed indirette che si riflettono sulla struttura fisica, sulle condizioni fisiologiche e nelle relazioni metaboliche della pianta stessa fino a determinarne la sua vitalità e la sua longevità.
Dal 2007, Cantine Settesoli collabora con Simonit&Sirch – Preparatori D’uva che ha messo a punto un sistema di potatura conservativa non invasivo e che preserva lo stato di salute della vite, allungandone il ciclo di vita e la produttività.
Il Metodo Simonit&Sirch applica una potatura ramificata, con piccoli tagli sul legno giovane, orientati sempre sullo stesso lato, con un approccio lento e mirato. Si evitano così tagli importanti di ritorno e non si compromette con ferite da taglio il sistema linfatico della vite.
I vantaggi di questa operazione sono molteplici. Le piante con un sistema linfatico integro mostrano analogie nella risposta vegeto-produttiva, si sviluppano in modo omogeneo e sono più costanti nella qualità del prodotto. Grazie a questo sistema di potatura si prevengono le malattie del legno, principale causa di deperimento precoce delle viti. Sono stati perciò anche ridotti i costi di gestione poiché, si allunga la vita produttiva del vigneto senza l’uso di sostanze ma applicando i criteri della medicina preventiva.
Grazie all’adozione di questo metodo inoltre, si è potuta recuperare una filosofia di gestione del vigneto più antica e in parte abbandonata, che dava valore alle piante più vecchie come quelle in grado di produrre uve di più elevata qualità. Salvaguardare l’integrità dei vecchi vigneti è importante non solo dal punto di vista paesaggistico o per la qualità dei vini che si producono ma perché rappresenta un’importante riserva per la tutela della biodiversità.
Infine, grazie alla diffusione del metodo, viene valorizzato un antico mestiere che si sta perdendo, quello del potatore, sempre più spesso sostituito da manodopera improvvisata e priva di esperienza che può recare danno alle colture.
Filippo Buttafuoco, agronomo di Cantine Settesoli, afferma: “In sintesi, possiamo dire che gli effetti della potatura conservativa si traducono in una eccellente sanità del legno che significa meno malattie della vite, efficienza del sistema vascolare della pianta, omogeneità della pianta, omogeneità quindi anche del vigneto, maggiore produzione e migliore qualità.”
Cantine Settesoli grazie a scelte come questa, continua a produrre vini di qualità sostenendo l’economia del territorio e rispettando la biodiversità dell’ambiente.
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