Di Salvo Ognibene
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Quanti di voi sanno realmente come funzionano i meccanismi di selezione della classe dirigente ad opera dei partiti? A questa domanda Roberto Lucarella e Ludovico Rossi ci rispondono in “Così giovane e già così moderato”.
Un romanzo unico nel suo genere. Del resto chi fa politica attiva sa cosa si cela dietro l’organizzazione di un partito, le correnti, le promozioni, i meriti.
Andrea, il protagonista del libro, ci racconta la sua scalata nel partito, la passione per la politica, i sacrifici e le difficoltà affrontate tra gli studi, la vita di fuori sede ed i meccanismi che lo circondano. In fondo è sempre così, chi fa politica entra a far parte di un gioco.
Le tessere, le feste, i sorrisini e le condivisioni quotidiane con i compagni per “le tante battaglie politiche portate avanti insieme”.
“Così giovane e già così moderato”è una denuncia, un grido da parte di un giovane che si vede costretto a rinunciare alla sua età per fare cose da “grandi”. E poi gli amici che non capiscono, il “ma chi te lo fa fare”, le campagne elettorali dove non è possibile mancare a eventi e assemblee, e cene per pochi dove si decide la linea da seguire. La politica di partito è soprattutto questa, i dibattiti televisivi, l’amministrazione della cosa pubblica è solo la facciata di un palazzo (bello o brutto che sia) dove non si sa quel che succede tra gli inquilini.
“Il partito per noi era lo scopo, non il mezzo. Per questo avevamo dei grandi dirigenti”, Andrea ci racconta quanto è difficile far carriera nei partiti ed in particolar modo in “quel” partito che non viene mai citato nel libro ma che ad un attenta lettura è facile intuire. Ci racconta di come l’associazionismo universitario ed il collegamento con la giovanile siano contenitori da riempire per essere più forti ai congressi e sedere nei posti che contano. Andrea è un giovane fuori sede che inizia a far politica quasi per scherzo e che, nel giro di poco tempo si ritrova con una spilla al petto ed una “poltrona” importante.
La politica è una bella cosa e forse proprio per questo è necessario leggere questo romanzo, soprattutto per i giovani, affinchè non diventino così “moderati” da invidiare la nostra vecchia classe dirigente. La gerontocrazia in Italia non è certo qualcosa di nuovo ma forse ci sono giovani che sono già vecchi dentro e sono destinati ad invecchiare quando rappresentano il futuro (mai il presente) di questo paese.
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Nato a Livorno e cresciuto a Menfi, in Sicilia. Ho studiato Giurisprudenza a Bologna e scritto “L’eucaristia mafiosa – La voce dei preti”, un libro sui rapporti tra mafia e Chiesa che ha raccolto la testimonianza di diversi religiosi. www.eucaristiamafiosa.it