Voto di scambio, questa è la nuova accusa che colpisce l’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e il figlio Toti Lombardo, a rendere nota l’indagine è la Procura di Catania.
Secondo le accuse avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore del candidato Toti.
L’ex governatore alla domanda se si sente vittima di una persecuzione ha risposto: “Diciamo che non c’è una grande simpatia. Ma fin quando era nei miei confronti lo potevo anche capire. Ma anche verso mio figlio? Ma è una questione di specie? Mio figlio non c’entra nulla. Se posso permettermi un termine che non vuole essere irrispettoso nei confronti della magistratura, è una cosa eccessiva”.
L’inchiesta è partita da dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e vede indagati altre tre persone: Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida. Le prossime udienze sono in programma il 16, 17 e 18 luglio.
Il posto di lavoro sarebbe stato promesso a Privitera e Marino in favore dello stesso Marino e di Giuffrida, quest’ultimo in seguito effettivamente assunto.
Nell’ambito dell’inchiesta Raffaele Lombardo e il figlio Toti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, notificando la loro decisione ai pm per iscritto.
“Dimostrerò la mia innocenza, – così continua l’ex governatore – non vi è nessuno scambio, nessuna interessata conversione. “Sono rammaricato per questo avviso di conclusione indagini anche perchè si sarebbe potuto agevolmente accertare che Privitera è un mio sostenitore da prima di nascere, nel senso che suo padre appoggiò mio padre alle comunali del 1970 e lui è stato sempre ed ininterrottamente impegnato al mio fianco”.