Il conto alla rovescia è iniziato: da oggi un gruppo di lavoro misto – tecnici della Regione e del governo nazionale – avvierà un’attività di verifica per calcolare quali risorse europee potranno essere impegnate entro il 31 luglio e quali, invece, dovranno essere rimodulate per evitare il rischio di disimpegno automatico. E’ quanto deciso nel corso dell’incontro, che si è svolto ieri mattina a palazzo d’Orléans, tra il ministro della Coesione territoriale, Trigilia, e il presidente della Regione, Crocetta.
«Sono molto soddisfatto dell’incontro con il presidente Crocetta – ha detto Trigilia -.
Si è impegnato, gliene diamo atto. E siamo qui per sviluppare ulteriormente una buona collaborazione con la Regione, con l’obiettivo di fare in modo che non un solo euro dei fondi comunitari non soltanto non vada perduto, ma non vada speso male.
Nel rapporto di collaborazione con la Sicilia sono stati fatti notevoli passi in avanti. Il nostro impegno è far sì che tutti i fondi del ciclo 2007-2013 vengano spesi efficacemente, ma anche di migliorare il governo complessivo del nuovo ciclo 2014-2020. Il tutto per non perdere un solo centesimo».
Crocetta ha ribadito le iniziative adottate dalla sua giunta: «Sui fondi Ue abbiamo un crono-programma ben preciso. Ovviamente, i problemi del passato incidono ma, su proposta del ministro, abbiamo deciso di spostare i fondi non spesi su misure concrete (incentivi ai giovali, all’impresa e interventi per la riqualificazione delle città) che fanno parte del mio programma. Entro il 30 prossimo sapremo ciò che impegneremo della vecchia programmazione e cosa rimoduleremo: l’obiettivo è di non fare tornare indientro nemmeno un centesimo».
Il presidente della Regione e il ministro della Coesione si sono trovati d’accordo anche sulla necessità d’invertire la rotta della programmazione seguita finora. «Bisogna cambiare – ha aggiunto Trigilia -. Non è possibile utilizzare questi fondi com’è stato fatto finora. Bisogna fare meno cose e farle meglio. Anche rispetto ad altri Paesi, purtroppo, tendiamo a fare molte misure e a concentrarci su molte cose, ma la debolezza delle nostre istituzioni indebolisce ulteriormente la capacità di ottenere effetti efficaci. Questo è un tema importante, siamo ormai alla scadenza del vecchio ciclo, dobbiamo fare di tutto perché le disfunzioni del passato non si ripresentino».
Oltre alla dispersione, uno dei problemi che ha frenato la spesa dei fondi è stato il Patto di stabilità. «E’ una gabbia che ha ristretto il raggio d’azione di Regioni ed enti locali – ha sottolineato Trigilia -. Credo che la recente decisione della Commissione Ue di sottrarre il co-finanziamento nazionale dei fondi europei dal computo del parametro deficit-Pil, sarà una misura che aiuterà a modificare il Patto di stabilità e a superere la contraddizione di dire, da un lato, alle Regioni di accelerare sulla spesa e, dall’altro, di non rompere il Patto».
Da oggi, dunque, inizierà il monitoraggio delle 263 misure. «Abbiamo già impegnato il 52%, pari a 2,5 miliardi – ha rilevato il neo-dirigente generale della Programmazione, Falgares -; abbiamo pagato 1,195 miliardi. Entro il 31 dicembre 2015 dobbiamo certificare ulteriori due miliardi di spesa».
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