Edilizia, l’Ance Nazionale: «dall’inizio della crisi 11.177 imprese fallite, persi 669mila posti».
«Il 2012 è stato per le costruzioni l’anno più nero» nella crisi «più intensa e più lunga nella storia del Paese», sottolinea l’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori, che mercoledì a Roma ha presentato il proprio Osservatorio congiunturale.
Il report fornisce dati spietati: 11.177 le imprese fallite, pari al 23% delle chiusure di tutti i settori economici; da inizio crisi i posti di lavoro persi sono 446mila e, aggiungendo i settori collegati, si arriva a 669mila, «come se l’intera popolazione di Palermo fosse rimasta senza lavoro».
E proprio a Palermo e in Sicilia i costruttori fanno i conti con un mercato degli appalti in continua flessione dal 2007, con oltre 50 mila lavoratori licenziati e con quasi 4 miliardi di euro bloccati per opere pubbliche che non diventano cantieri. Nel tentativo di cambiare marcia, soprattutto dopo i risultati negativi del Comitato di sorveglianza sulla certificazione della spesa dei fondi europei, i Giovani imprenditori dell’Ance Sicilia, guidati da Angelo Turco, si sono attivati per aiutare le pubbliche amministrazioni siciliane a imparare a programmare e a progettare bene, affinché i tempi di realizzazione rispettino gli impegni assunti con l’Europa.
Facendo seguito alla disponibilità data lo scorso aprile dall’Ufficio Ance di Bruxelles a sostenere gli uffici tecnici degli enti locali siciliani nella progettazione di opere pubbliche per utilizzare al massimo nell’Isola i fondi Ue (negli ultimi sei anni è stato attivato poco meno del 50%, mentre circa il 25% è stato restituito per mancanza di impegni di spesa), i Giovani dell’Ance Sicilia, assieme al ministero dello Sviluppo economico, hanno promosso un corso di Europrogettazione rivolto ad un centinaio tra tecnici, funzionari e amministratori degli enti locali siciliani, organizzato per domani dall’Ance Sicilia.
Tornando all’Osservatorio coingiunturale nazionale, eloquente l’andamento degli investimenti, «mai così bassi» secondo l’Ance, che prevede per il 2013 la sesta caduta consecutiva. A questo contribuisce la stretta creditizia delle banche: nel periodo 2007-2012 in Italia la riduzione dei finanziamenti alle imprese «è stata del 45,6% per gli investimenti nel comparto abitativo e del 62,4% nel non residenziale». «È come se – calcola l’Ance – negli ultimi sei anni le banche avessero negato 77 miliardi di euro di finanziamenti per l’edilizia».
Dall’inizio della crisi le compravendite di case si sono dimezzate, -49%, «riportandosi ai livelli di metà anni ‘80, con una caduta vertiginosa solo nel 2012 di circa il 26%».
L’Ance accusa sempre le banche, che riducono i mutui alle famiglie (-58% in 6 anni) e poi le troppe tasse sulla casa. «Sono 9 le voci sugli immobili in Italia per possesso, vendita o locazione», spiega l’associazione e «con l’Imu le imposte sono aumentate di 12 miliardi».
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