Un video della strage girato dai vigili del fuoco mostra un taccuino e il piede di un uomo che lo copre.
Nuovo colpo di scena nelle indagini sulla strage di via d’Amelio del 19 luglio 1992. Da un filmato dei vigili del fuoco – da anni nella disponibilità dei magistrati della Dda di Caltanissetta – si intravede un quaderno di colore rosso accanto a un cadavere dilaniato dall’esplosione.
Un taccuino che il quotidiano La Repubblica ha indicato come la possibile agenda rossa del dott. Borsellino, poi portata via da un uomo con un borsello nero, mocassini neri, pantalone beige e camicia bianca. Nel filmato – trasmesso anche da Sky Tg24 – si vede l’uomo che sposta con un piede un pezzo di cartone per coprire quel quaderno rosso.
È quella l’agenda di Borsellino? C’è la conferma che qualcuno, possibilmente dei servizi, ha preso quel quaderno per portarlo via?
I magistrati della Dda sono cauti. Il procuratore capo Sergio Lari ha detto che «il fotogramma pubblicato appartiene al filmato girato il 19 luglio 1992 dai vigili del fuoco di Palermo, depositato nel processo “Borsellino bis”, e nel procedimento “Agenda Rossa”, a carico dell’allora capitano dei carabinieri Giovanni Arcangioli». Lari ha precisato che «l’oggetto somigliante ad una agenda, ma in realtà di minore spessore rispetto all’agenda rossa del dott. Borsellino, non si trova accanto al corpo del procuratore assassinato, bensì accanto alla salma dell’agente di scorta Emanuela Loi. Il corpo di quest’ultima si trovava accanto ad una autovettura Citroen BX parcheggiata a circa 20 metri di distanza dal luogo in cui sono stati recuperati i resti di Borsellino».
«Ammesso e non concesso – ha proseguito Lari – che l’oggetto raffigurato nel fotogramma possa essere l’agenda rossa, è quasi impossibile fornire una spiegazione logicamente attendibile su come possa essere arrivata in quel luogo. La Procura verificherà approfonditamente anche questa notizia per scongiurare che il mistero della scomparsa dell’agenda rossa si infittisca ulteriormente a discapito dell’accertamento della verità».
Lari ha pure detto che le immagini si riferiscono a «un video girato dopo l’esplosione dai vigili del fuoco: al 99 per cento è stato visionato dalla Scientifica che ha raccolto tutte i filmati girati dopo la strage. Noi accerteremo di averlo comunque agli atti, ma c’è da chiedersi per quale motivo non sia stato segnalato come rilevante. O gli investigatori che con probabilità altissime lo hanno visionato, hanno escluso che potesse essere l’agenda di Borsellino, ritenendo che non si sarebbe mantenuta integra vista la temperatura provocata dall’esplosione, oppure è sfuggito all’osservazione. Borsellino aveva qualcosa sotto l’ascella – conclude Lari – ma dal corpo sono saltati via gli arti: questo è compatibile col ritrovamento dell’agenda integra come si vede dalla foto? ».
Nell’agenda rossa del procuratore Paolo Borsellino – certamente nella borsa del magistrato il giorno dell’attentato – c’erano appunti importanti sulle indagini che erano state avviate dopo la strage di Capaci e forse sul movente, oltre a spunti investigativi e date di interrogatori già fissati con nuovi collaboratori di giustizia. Ma c’erano forse anche considerazioni dello stesso Borsellino che, giorni prima di morire, a Roma aveva intuito che qualcuno dello Stato aveva tradito e stava trattando con i boss di Cosa Nostra. Ecco i motivi per cui quell’agenda rossa, regalata dai carabinieri a Borsellino, viene ancora cercata. In quegli appunti forse c’è anche il perché della strage di via D’Amelio: il magistrato doveva essere ucciso perché aveva intuito qualcosa e rappresentava un pericolo non solo per la mafia. E così il progetto stragista ebbe un’improvvisa accelerazione.
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