Nel nome del padre, del figlio… ma stavolta del fratello no. Forse un partito-famiglia il capo del Mpa non poteva consentirlo ancora, a maggior ragione dopo lo sbarco nei palazzi della Regione del figlio Toti, deputato regionale.
Quindi stavolta, dopo una intera legislatura passata alla Camera dei deputati, il fratello del leader non è stato candidato. E’ chiaro che quest’ultimo, però, non ha gradito la sua esclusione dalla lista del Pds-Mpa al punto tale da ritenersi libero, nella prossima campagna per il Comune di Catania, per sbarrare il passo alla riconferma del sindaco Stancanelli che punta anche sul sostegno e sui voti del Mpa-Pds per riottenere un secondo mandato a palazzo degli Elefanti.
Quello che stuzzica più curiosità in questa querelle tutta in salsa autonomista è soprattutto la guerra in famiglia che la presentazione delle liste ha scatenato tra il «lider maximo» del Pds-Mpa ed ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che alla fine ha deciso di candidarsi al Senato e il fratello Angelo, deputato nazionale uscente, che invece è rimasto fuori.
Evidentemente in disaccordo col partito per l’escusione Angelo ha deciso di allontanarsi politicamente dalla famiglia autonomista, ma prima con una nota ha spiegato il suo disappunto per la scelta del partito gestito dal fratello: «Non mi riconosco nei criteri di metodo utilizzati per la composizione delle liste, né nella lettura politica del momento attuale – ha scritto -. Preso atto della chiusura opposta alla mia recente esperienza politica e in assenza di ragionamenti stimolanti e di ampio respiro preferisco concentrarmi sulle imminenti amministrative catanesi, con le mani libere e senza alcun vincolo date le mutate condizioni attuali, verso la candidatura Stancanelli, che non ritengo più valida per il futuro della città di Catania».
Quindi Lombardo sfida Lombardo per le liste e poi per le amministrative pone un veto a Stancanelli, segno forse che lo scontro tra fratelli non riguarda soltanto la campagna per le Politiche, ma anche le scelte che il partito autonomista deve fare per la prossima tornata amministrativa.
Forse ad Angelo Lombardo non è andata giù la candidatura a capolista di Guglielmo Scammacca della Bruca, ex deputato regionale Mpa, dato in avvicinamento all’Udc e poi nuovamente in auge accanto a Lombardo, oppure tutti i nomi seguenti dei candidati. Comunque è tutto il gruppo autonomista al Parlamento ad essere stato messo da parte in questa nuova sfida elettorale.
Anche gli altri due uscenti del partito, Roberto Commercio ed Enzo Oliva sono in posizioni decentrate. Commercio è nuovamente candidato, stavolta al Senato, ma si trova al tredicesimo posto della lista, praticamente fuori, mentre l’uscente sen. Enzo Oliva non si è candidato. «Questa – ha proseguito l’ex deputato Mpa che contesta il fratello – è stata la campagna elettorale più veloce della mia carriera politica. Il mio dovere personale verso le liste Mpa, quindi, può considerarsi nullo, già a partire da oggi».
La nota diramata da Angelo Lombardo evidenzia una chiara frattura politica tra i due fratelli che continuerà ad alimentare le indiscrezioni anche per i prossimi giorni visto che il deputato dopo la nota ha staccato i telefonini ed è introvabile. Attenzione, però, che un chiarimento potrebbe materializzarsi in poco tempo e magari riguardare accordi in merito alla prossima campagna elettorale per il Comune, ma anche per le europee.
Sino a questo momento dal capo del partito, Raffaele, non arriva alcun commento sulle dichiarazioni del fratello e anche lui ha i cellulari spenti. Fonti a lui vicine dicono che l’ex presidente della Regione sia molto risentito e innervosito per l’uscita di Angelo: «E’ incazzatissimo… – hanno detto – ma sono storie di famiglia… ».
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