Caro Gianfranco
con tanto dispiacere ti scrivo questa lettera perché ti ho sempre considerato il mio mentore e un mio caro amico.
Reduci entrambi da una faticosissima campagna elettorale che ci ha fatto incontrare tanti siciliani disoccupati e disperati, non posso dimenticare le promesse fatte appena due mesi fa agli elettori: mettere fine ad una politica avida, lontana dalla gente e preoccupata solo di difendere i privilegi della casta e le poltrone dei soliti noti.
Tu stesso, caro Gianfranco, hai rinnegato Berlusconi, reo di avere sempre usato la Sicilia come serbatoio di voti e di essere stato complice della Lega nell’ umiliare e depredare la nostra Isola.
Quante volte hai raccontato come Berlusconi favoriva la Lega che era un partito mentre noi del Sud eravamo servi sciocchi, buoni a subire un ministro dell’Economia come Tremonti, preoccupato di difendere gli interessi economici dei “poteri forti” e un ministro per gli Affari Regionali, Fitto, da te definito “ascaro “ perché bloccava i fondi FAS.
Ai siciliani che hanno votato me e Grande Sud abbiamo ammesso di avere sbagliato in passato e abbiamo promesso di lottare per fare sentire la “voce dei siciliani” e cercare di porre fine alla disoccupazione ed alla disperazione per non poter dare da mangiare ai figli.
Cosa è cambiato oggi? Grande Sud che cosa ha in comune con il PDL di Berlusconi che anche a te ha fatto delle promesse mai mantenute? Che cosa ha in comune con la solita Lega (che ha pure delle perplessità su questo accordo) e con le solite facce note preoccupati di non perdere le loro poltrone al Senato e alla Camera?
Se due mesi fa Alfano ha dichiarato che l’appoggio a Miccichè, presidente della Regione, era fuori discussione in quanto la Sicilia meritava di più e anche tu rispondevi che neppure lo consideravi e con lui non avresti mai parlato, ora come puoi accettare un accordo e sostenere il candidato premier ?
Caro Gianfranco dove è finito l’entusiasmo di lavorare per la Sicilia che tutti e due abbiamo amato e amiamo incondizionatamente?
Salvaguardare i seggi in Parlamento dei soliti deputati, che non sono stati neppure capaci di fare trattare la legge per la modifica all’articolo 36 dello statuto siciliano, che avrebbe portato come gettito in Sicilia 8 miliardi di euro all’anno, non credo sia un buon motivo per un accordo.
Leggo sui giornali che vuoi rinnovare il partito inserendo alcuni giovani nelle liste ma non mi sembra giusto illudere dei giovani che non hanno nessuna possibilità di essere eletti perché sai bene che gli eletti saranno eventualmente solo coloro inseriti nei primi posti della lista (posti già occupati da chi sicuramente ti ha consigliato questo assurdo accordo).
La mia colpa è di avere chiesto, dopo l’elezioni regionali, un chiarimento e le dimissioni di tutte le cariche all’interno del partito per analizzare i risultati non certo buoni delle elezioni e correggere gli errori commessi?
La mia colpa è di essere coerente con quello che ho promesso in campagna elettorale? La mia colpa è di amare la Sicilia senza condizioni, compromessi ed inciuci?
In nessun paese democratico il leader prende una decisione importante, come l’accordo con il PDL, senza confrontarsi con i dirigenti del proprio partito e con la base, soprattutto se si decide un accordo con un partito, anche a tuo dire, sino ad ieri nemico giurato di Grande Sud e dei siciliani.
Se non ho partecipato alla riunione di questa sera è perché tu hai “invitato” coloro che non la pensano come te a non presentarsi.
Con questa mia ho cercato di esprimere il mio disappunto, la mia amarezza, la mia delusione perché per me sarai sempre un amico ma, Gianfranco, non mi dovevi mettere nella condizione di scegliere tra te e la Sicilia, perché, lo sanno tutti, che per me la Sicilia viene prima di tutto.
Tuo Michele
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