Le elezioni per il rinnovo del presidente della Provincia e del Consiglio provinciale, che dovrebbero svolgersi nella prossima primavera per la scadenza quinquennale del mandato di Eugenio D’Orsi e dell’organo collegiale che venne contestualmente eletto nel 2008, quasi certamente non si terranno.
Anzi, lo stesso D’Orsi è convinto di rimanere al timone dell’ente fino al 2014.
L’articolo 87 bis della legge di stabilità approvato lo scorso 21 dicembre dal Parlamento, infatti, dispone il rinvio del processo di riorganizzazione degli organi di governo periferici, ma per rendere sicuro lo slittamento adesso dovrebbe intervenire anche una deliberazione in tal senso dell’Assemblea regionale siciliana.
Ma andiamo con ordine. Nello scorso luglio, come si ricorderà, il governo Monti varò alcune disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica, prevedendo anche l’accorpamento di alcune province nelle regioni a statuto ordinario. La riforma, che avrebbe dovuto attuarsi nei mesi successivi, non ebbe seguito e le dimissioni del Presidente del Consiglio rischiavano di far decadere quelle disposizioni. Nella legge di stabilità pertanto l’argomento è stato ripreso, facendo slittare l’originario termine di 60 giorni per l’attuazione della riforma e fissando la nuova scadenza al 31 dicembre 2013. In sostanza se ne occuperanno il nuovo governo e il nuovo Parlamento dopo le prossime elezioni politiche.
Nel frattempo però ci sono amministrazioni con il mandato in scadenza o che comunque cesseranno di avere efficacia. In questi casi lo stesso articolo della legge di stabilità prevede la nomina di un commissario straordinario con le modalità previste per i casi di scioglimento anticipato degli organi di amministrazione locale. Tutto questo, vale la pena di ribadirlo, vale per le regioni a statuto ordinario, ma è verosimile che quelle a statuto speciale come la Sicilia si adegueranno varando una riforma di tono analogo e probabilmente con la stessa tempistica.
A seguito di tutto ciò, il presidente della Provincia Eugenio D’Orsi è convinto che il proprio mandato si protrarrà ancora per un altro anno. Ha infatti già incontrato il personale dell’ente dicendosi convinto dello slittamento e, soprattutto, che a gestire la transizione verso il nuovo ordinamento delle province sarà lui a seguito della nomina a commissario straordinario. Egli infatti la ritiene assolutamente probabile dato che si tratta del presidente uscente e quindi della persona meglio accreditata a guidare l’ente verso il nuovo assetto.
Salvatore Fucà
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