Se son rose rifioriranno. Intanto, sono ancora tante le spine che trafiggono Miccichè. Qualcuna fa ancora male.
Il capo di Grande Sud, durante l’incontro avvenuto a palazzo Grazioli, lo avrebbe detto chiaramente a Berlusconi di non potersi fidare più di tanto delle sue promesse.
Il capo del Pdl, presente Verdini, gli avrebbe garantito che non sarebbe più accaduto ciò che avvenne la scorsa estate quando, dopo averlo designato candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, fu costretto a fare retromarcia a causa dell’alzata di scudi di alcuni dirigenti regionali del partito.
Berlusconi, ormai deciso a ricandidarsi per la sesta volta a presidente del Consiglio, nonostante i sondaggi sfavorevoli, è convinto di potere ribaltare il pronostico e di battere il candidato del centrosinistra, Bersani. La sua strategia prevede un’alleanza al Nord con la Lega e con il Partito del Sud nelle regioni meridionali. Partito del Sud che deve, però, ancora nascere. E Berlusconi sarebbe disponibile ad agevolare il parto, ma partendo dallo zoccolo duro siciliano dove lavora per mettere insieme Grande Sud di Miccichè e il Partito dei siciliani di Lombardo.
Due forze politiche che potrebbero consentirgli la vittoria al Senato nell’Isola, facendo così venire meno un certo numero di seggi a Bersani, qualora vincesse, a palazzo Madama. Il progetto potrebbe essere allargato alla Campania con il movimento creato dal presidente della Regione, Caldoro, e in Puglia con Poli Bortone. Berlusconi sarebbe convinto che, se Monti non si candida, il centro sarebbe destinato a svanire e che la partita sarebbe giocata tutta tra centrodestra e centrosinistra. Miccichè ne parlerà con Lombardo, convinto che con la forza dei tredici deputati regionali che i loro partiti esprimono, possono giocare un ruolo importante. Il Partito dei siciliani, però, avrebbe già avviato un serrato dialogo per confluire nella lista di Tabacci (Api). Un’alleanza che avrebbe fatto storcere il muso dalle parti del Pd.
Il coordinatore regionale del Partito dei siciliani, Piscitello, rinvia a dopo le feste di Natale ogni decisione: «Siamo stati cercati da tanti e adesso stiamo valutando le diverse opzioni. In ogni caso, saranno gli organi del movimento a decidere». Nonostante Grande Sud e Partito dei siciliani siano andati in ordine sparso in occasione delle votazioni per l’elezione dell’ufficio di presidenza dell’Ars, Miccichè ritiene che sia interesse comune, suo e di Lombardo, riuscire a federare tutti i movimenti meridionalisti per dar vita a una sorta di Lega del Sud, ma mette le mani avanti: «Non rinuncio al logo di Grande Sud. Posso concedere a Lombardo di aggiungere “Per l’Autonomia”».
Il problema maggiore è quella dell’affidabilità e di superare le reciproche diffidenze. Dalle elezioni regionali sono appena trascorsi due mesi. Allora, il centrodestra pensava di poter vincere con Musumeci, facendo a meno di Miccichè e Lombardo. Ma vinse Crocetta. Berlusconi non intende replicare. laSicilia
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