Fin da martedì prossimo, la giunta regionale potrebbe istituire un tavolo per la ricontrattazione degli stipendi dei dipendenti regionali, a cominciare dai dirigenti, fino ai direttori delle Asp e di tutti coloro che percepiscono uno stipendio, direttamente o indirettamente dalla Regione.
Il presidente Crocetta va avanti nella direzione indicata in campagna elettorale. E nonostante l’alzata di scudi delle organizzazioni sindacali: in particolare, il «Dirsi» che rappresenta una parte della dirigenza. Per quanto riguarda i dirigenti generali, oltre a ridurne drasticamente il numero, portandoli a tredici-quattordici rispetto ai ventinove previsti dalla legislazione vigente, sarà direttamente la giunta a operare i tagli.
«In una fase terribile come l’attuale, in cui abbiamo difficoltà a mantenere il Welfare – ha sottolineato Crocetta – dobbiamo gestire con parsimonia i fondi pubblici tenendo conto dei meriti. La meritocrazia non è dare a tutti quanti più soldi, ma riconoscere il salario accessorio solo a chi lo merita. Coloro che non sono d’accordo si licenzino e si rivolgano al mercato privato. Se sono così bravi non avranno certo problemi a trovare un altro lavoro. A tutti ho dato la possibilità di dimostrare quel che valgono. Questi primi tagli che stiamo effettuando sono solo il primo passo verso una riforma che punta sulla meritocrazia. In futuro il compenso accessorio sarà dato solo a chi raggiunge gli obiettivi stabiliti in precedenza». Per il presidente della Regione, «occorre una riforma di tutte le retribizioni, anche quelle dei dipendenti dell’Ars che guadagnano molto più dei dipendenti regionali».
Insomma, solo chi merita avrà di più: «Chi non merita – ha aggiunto Crocetta – non solo non avrà, ma dovrà pagare. Se siamo una Regione che ha sei miliardi di euro di fondi europei non spesi, qualcuno avrà pure delle responsabilità. Una Regione non può intervenire dando fondi a pioggia, oppure organizzando corsi di formazione che neppure servono ai giovani. Invece di difendere i privilegi di chi ha delle responsabilità, bisogna difendere chi lavora». La replica del segretario del Dirsi, Nandi Gallina: «E’ certamente impopolare difendere le ragioni di chi ha il privilegio di un lavoro in un momento così difficile, ma se l’obiettivo è il bene della Regione, allora, bisogna cacciare gli incapaci e i disonesti e non penalizzare le persone di valore che hanno vinto un concorso pubblico e compiono ogni giorno il proprio dovere».
Il presidente della Regione, dopo avere ottenuto qualche giorno in più, rispetto ai quindici iniziali concessi dal ministro della Coesione territoriale, Barca, per ri-programmare i fondi europei, che altrimenti andrebbero in disimpegno automatico, pensa di potere raggiungere l’obiettivo: «Stiamo inserendo tutti i progetti esecutivi che abbiamo disponibili. Non sarà la migliore programmazione, ma è meglio che restituire soldi a Bruxelles. Sto spingendo perché venga inserito il collegamento stradale con l’aeroporto di Comiso e sugli interventi contro il dissesto idrogeologico».
Intanto si è conclusa ad Enna la «Scuola della democrazia», organizzata dalla fondazione Nuovo Mezzogiorno e dal Movimento per il territorio. «Con questo corso dedicato al rapporto tra i giovani e la politica – ha detto il presidente, Andò – tentiamo di raggiungere un ambizioso obiettivo: fare parlare i giovani che non rifiutano la politica». Lillo Miceli LaSicilia
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