Nell’Isola appena conquistata da un candidato eletto senza passare dalle primarie, il centrosinistra si prepara a celebrare la “festa” di oggi. Anche la Sicilia in fibrillazione per le primarie del centrosinistra con un entusiasmo che cresce anche in termini di richieste. E così i dati ufficializzati mercoledì dal coordinamento regionale (30mila iscritti al voto) sono stati già ampiamente superati nelle ultime ore: i siciliani che possono partecipare al voto delle primarie sono già arrivati a quota 60mila.
E negli ultimi giorni si è pure messa a regime la macchina organizzativa siciliana, partita con notevole ritardo rispetto al resto d’Italia a causa delle ovvie “distrazioni” dovute alla campagna elettorale per le Regionali. Il Coordinamento regionale è composto da Liliana Modica (presidente Pd), Giovanni Palillo (Psi) e Simone Di Trapani (Sel).
In ogni provincia è stato istituito un Coordinamento provinciale, composto da tre componenti, «con il compito di coordinare le attività necessarie e garantire il corretto svolgimento della consultazione». E con un effetto-valanga il radicamento delle primarie si è diffuso con capillarità. Fino a venerdì pomeriggio praticamente tutti i comuni siciliani – 388 su 390, isole minori comprese – erano coperti da una “bandierina” con almeno un seggio e un annesso comitato elettorale.
Curiosità: oltre al piccolo paese montano di Buscemi (in provincia di Siracusa), I’altro comune dove non ci sono “primarie-point” è Isnello, proprio il centro del Palermitano in cui Claudio Fava trasferì, in ritardo rispetto ai tempi prescritti dalla legge, la propria residenza per candidarsi a presidente della Regione. Intanto il radicamento dell’evento sul territorio siciliano sarà garantito da 500 uffici elettorali (aperti dalle 8 alle 20, composti da un presidente di seggio e da due scrutatori) e da 450 uffici elettorali, con il coinvolgimento di una media di due-tre volontari per facilitare l’iscrizione “last minute” dei potenziali elettori del centrosinistra siciliano. A conti fatti, dal coordinamento siciliano si stima una partecipazione attiva di almeno 3.000-3.500 volontari fra operazioni di voto, assistenza ai cittadini e controllo sulla regolarità delle consultazioni.
Ma qual è la mappa siciliana dei sostenitori dei “magnifici 5”? I comitati più numerosi sono quelli che sostengono Pierluigi Bersani, Matteo Renzi e Nichi Vendola. Per il il segretario del Pd scende in campo con una compattezza “bulgara” tutta la classe dirigente (segreterie regionale e provinciali, parlamentari nazionali e deputati regionali) del partito. Con il valore aggiunto dell’endorsement , auspicato ma alla vigilia non scontato, del neo-governatore Rosario Crocetta. Che, paradossalmente, è stato il simbolo vivente (e vincente) di chi sostiene che non sempre le primarie sono lo strumento migliore per scegliere il candidato vincente. Ma adesso il presidente, nonostante i mal di pancia fra i democratici per il metodo della scelta degli assessori “partiti free”, è comunque in campo.
Accanto al segretario regionale Giuseppe Lupo, al capogruppo uscente all’Ars Antonello Cracolici (che proprio ieri su twitter si chiedeva «vedremo quanto durerà questo governo») e ai big al gran completo. Con Bersani, in Sicilia, anche i tre principali sindacati. Innanzitutto la stragrande maggioranza della Cgil, molto in sintonia ultimamente con lo stesso Rosario Crocetta, che ha voluto la segretaria regionale Mariella Maggio nel “listino” dell’Ars e ieri ha nominato l’ex segretario agrigentino Mariella Lo Bello. L’area cislina del partito è rappresentata in prima linea da Sergio D’Antoni e Luigi Cocilovo oltre che dallo stesso segretario Lupo. E nelle ultime ore è arrivato anche un chiaro segnale dalla Uil. Il segretario regionale Claudio Barone si schiera con Bersani, e dialoga in particolare con l’area “Innovazioni” di Francantonio Genovese e Nino Papania anticipando – secondo alcuni rumors delle ultime ore – un avvicinamento del sindacato di Angeletti alle posizioni dei democrats per le Politiche ormai dietro l’angolo. Scalpore (e qualche polemica, anche all’interno del sindacato) ha suscitato una mail agli iscritti Uilcom, sigla di categoria che tutela i lavoratori delle telecomunicazioni, in cui si invita a registrarsi e a votare per il segretario del Pd.
Grande entusiasmo della base ma poche adesioni “vip” per il sindaco di Firenze. I “renziani” di Sicilia sono capitanati dall’ex deputato regionale Davide Faraone. Con lui «tantissimi under 35 e molti giovani amministratori locali, ma nessun esponente della nomenklatura pd». In campo anche consiglieri provinciali (Daniele Camilleri ad Agrigento, Anna Maria Angileri a Trapani) e una schiera di sindaci, tra cui Angelo Fasulo (Gela), Mauro Mangano (Paternò), Orazio Scalorino (Floridia) e Franco Tadduni (Gaggi), oltre che molti esponenti dei Giovani democratici.
Ovviamente Sel in Sicilia è compatta in campo per il presidente della Regione Puglia, compresa un’area della Cgil (c’è la Fiom ma anche una parte di Funzione pubblica, capitanata da Michele Palazzotto) e il movimento “Prospettiva politica” dell’ex pd Ninni Terminelli, secondo fra i più votati nella lista per la candidata Giovanna Marano alle Regionali. A sostegno di Vendola l’eurodeputato Claudio Fava e alcuni sindaci, tra cui Luigi Ammatuna (Pozzallo) e Maria Teresa Collica (Barcellona).
Meno rappresentanti in Sicilia gli outsider. Laura Puppato stacca Bruno Tabacci per numero di comitati. «Nell’isola ne abbiamo ben cinque – conferma il coordinatore nazionale Daniele Ceschin – molto attivi e pieni di giovani e di donne». Il primo a nascere è stato quello di Enna, presenza anche a Palermo (attivo il vicecoordinatore cittadino del Pd, Ezio Castrosini) Messina, Siracusa, Noto e Ragusa, provincia in cui è in prima linea il sindaco di Modica, Antonello Buscema. Per Tabacci un unico comitato regionale e il sostegno pieno dell’Api: dall’ex senatore Bartolo Fazio all’ex deputato Nuccio Cusumano, dal capogruppo al Comune di Catania Franco Montemagno all’ ex assessore regionale Beppe Spampinato.
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