Aggrapparsi alle radici per non volare via, schiaffeggiati dalle raffiche cattive di questa stagione in saldo che svende il futuro di una generazione, la nostra, quella dei giovani. Per non avvitarsi a vuoto, nel verde dell’età e al verde delle speranze, come foglie venuti giù anzitempo, sbattute dove capita dalle sventate gelate della depressione, economica e sociale, che sta rubando sogni e bisogni.
Conosco tanti miei giovani concittadini, e ce ne saranno chissà quanti altri sparsi per la mia Sicilia, che hanno gettato, ancor prima di iniziare, le loro conoscenze tecniche accumulate in anni di studi professionali in ben altro. Alcuni di loro, mollando i loro sogni in quei cassetti che anni addietro erano pieni di speranze, hanno scelto l’agricoltura o altri lavori manuali. Mestieri umili ed utili come molti altri ma, probabilmente, non quello tanto desiderato ed auspicato da loro e dalle loro famiglie.
Mestieri che hanno sì spezzato la schiena ai nostri antenati ma che ha garantito loro un futuro certo e stabile dandogli dignità morale oltre che stabilità economica. Quella stessa dignità, persa e cercata disperatamente da molti neolaureati ma svanita anzitempo dopo vani tentativi di trovare un lavoro stabile.
Come sarà il domani? Forse meglio non pensarci. Forse conviene convergere tutte le energie all’oggi per cercare di cambiare in meglio il domani.
Giacomo Lanzarone
Giacomo Lanzarone è nato a Menfi nel 1983. Ha studiato in Emilia Romagna conseguendo la Laurea in Informatica. Dopo alcune esperienze professionali in Ferrari e Maserati, nel 2017 è emigrato nella sedicente Padania.
Da alcuni anni si è specializzato come tecnico ERP Infor LN. Oggi si occupa anche di Business Intelligence, con l’ausilio di Infor Dynamic Enterprise Performance Management (Infor d/EPM).
Determinato, sportivo, amante della buona cucina e dei piaceri della vita. Ama viaggiare, allargare i suoi orizzonti e scoprire nuove culture.